IL CROWDFUNDING MUSICALE FUNZIONA?

Oggi facciamo  il punto della situazione su una domanda che mi avete fatto in molti: “ha funzionato la campagna di crowdfunding musicale?” (nel mio caso per il mio album KuartetS)

La risposta immediata è “nì”, però dobbiamo entrare nello specifico e spiegare cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato.

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KuartetS Preview

KUARTETS (SHOP)

Circa due fa, a gennaio 2019, ho fatto partire la campagna per pubblicare il disco  in Vinile, Cd e digitale.

La campagna di crowdfunding, per un totale di 3000 euro (poi scriverò un secondo articolo che riguarda il budget di un progetto strumentale di musica classica indipendente), ha avuto successo, quindi da questo punto di vista non possiamo lamentarci. Ho realizzato questa prima campagna per il pubblico italiano di Musicraiser, mentre ne ho fatta una seconda su Indiegogo e ho raggiunto circa 1500 euro. A quel punto ho potuto pubblicare questo CD per Kronosrecords (vedremo poi, pur essendo un progetto indipendente di crowdfunding, perché ho deciso di rivolgermi ad una casa discografica per la pubblicazione ma soprattutto per la distribuzione dell’album).

Il primo passo che ho fatto è stato informarmi per tempo: la campagna è iniziata a gennaio 2019 ma io ho iniziato a lavorare al progetto, alla scrittura dei brani e alla progettazione della campagna, molto tempo prima, all’incirca a novembre 2018. È passato del tempo tra programmazione, gestione e apertura, ed è stato fondamentale innanzitutto prendere contatti con i responsabili di Musicraiser per capire come funzionava il crowdfunding.

Il motivo per il quale ho scelto Musicraiser è perché mi ha hanno dato molta fiducia nella gestione. C’è una persona, un responsabile del sito, che mi ha seguito dalla pre-produzione della campagna fino all’ultima ora della stessa. Ci siamo sentiti anche al telefono, mi ha aiutato molto a impostare tutta la campagna, mi ha dato consigli per fare dei post specifici, per gestirla dall’inizio alla fine. Quello che mi ha convinto ulteriormente era che, quando a Novembre ho deciso di fare questa campagna, c’era la possibilità, se si raggiungevano un certo numero di finanziatori del progetto, di avere la stampa in omaggio dei CD. Poi, però, nel corso della campagna, questa possibilità è svanita, sono cambiate le regole “in corso d’opera” per così dire. C’erano degli sconti, degli incentivi diversi, ma non erano quelli della stampa del CD, sulla quale in realtà io contavo. Avrei avuto i CD in omaggio, una spesa che poi non mi sarebbe riguardata, non sarebbe pesata sulle mie spalle, e su quelle dei finanziatori/sostenitori del progetto.

Questo mi ha infastidito, e forse non avrei fatto partire la campagna su Musicraiser se avessi saputo in anticipo della possibilità che questo incentivo venisse meno.

L’altra cosa negativa di questo sito è che l’unico modo per pagare, preacquistare l’album e sostenere il progetto, è con carta di credito. Molte persone con le quali ho condiviso il crowdfunding e che erano decise a pre-acquistare il CD, non utilizzano, o non volevano utilizzare, carte di credito per acquisti in rete. Molti preferiscono Paypal, ad esempio, alcuni avrebbero voluto fare un bonifico, cosa che non era possibile o immediatamente fattibile. Questo ha sicuramente frenato diverse persone interessate a sostenere il progetto.

Io ho fatto la campagna di crowdfunding perché mi affascinava la possibilità di far pre-acquistare il lavoro agli ascoltatori, anche per capire quanto interesse c’era per questo specifico progetto. Magari non ce n’era di nessun tipo e allora inutile farlo, perché un compositore può scrivere tutta la musica che vuole ma se non ha possibilità di registrarla e soprattutto di farla ascoltare, quella musica è come se non esistesse. Meglio lasciarla su carta a quel punto, come dice anche Morricone.

Io contavo molto sulla possibilità di avere un’esposizione mediatica su quella specifica piattaforma e di attrarre acquirenti e ascoltatori che non fossero già miei fan o amici, persone che già conosco, con cui lavoro e di me si fidano o che avrebbero acquistato comunque l’album. In sostanza volevo far conoscere il mio lavoro tramite la piattaforma a persone che non sapevano chi fossi e che in questa maniera sarebbero poi potuti entrare nel mio mondo sonoro. Ecco, questo, ve lo dico subito: non è avvenuto.

Tutte le persone che hanno finanziato il progetto, che ringrazio, chiaramente, sono persone che già conoscevano il mio lavoro o mi conoscevano personalmente, quindi amici. Da questo punto di vista la piattaforma è stata sostanzialmente inutile, sia questa che quella di Indiegogo nella stessa maniera. Forse questa seconda è un po’ più immediata come gestione, anche perché Musicraiser impone di raggiungere un obiettivo minimo di denaro, mentre Indiegogo no.

 

Su Musicraiser avevamo scelto come obiettivo con la manager della campagna 3000 euro, che sono una cifra irrisoria (in un secondo articolo parlerò dei budget che occorrono per registrare un progetto in vinile). Però mi avevano detto: “guarda che più di 3000 euro rischi di non raggiungerli”. E Musicraiser richiede che tu raggiunga quella esatta cifra, una cosa anche molto stressante. Nel caso non si fosse raggiunto quell’obiettivo, il sito avrebbe restituito tutti i soldi ai finanziatori, e questo chiaramente non mi avrebbe messo in condizione di fare una seconda campagna. Se non avessi ottenuto quella cifra non avrei potuto farne una seconda, non ci avrei potuto riprovare, perché molte delle persone che l’avevano già finanziata, pur vedendosi stornare la cifra investita, non avrebbero poi perso una seconda volta tempo per sostenere il progetto. Magari anche si, ma secondo me no. Non è una operazione immediata – clicca un pulsante, metti la carta di credito e paga – devi anche registrarti. È normale, lo so, però è una piccola barriera che si frappone tra la ricezione della mail dell’avviso che esiste questa campagna e il successivo finanziamento.

Indiegogo invece dà la possibilità di scegliere liberamente se vogliamo ottenere un certo risultato, se vogliamo avere una cifra minima o no, con diverse casistiche e tempistiche e percentuali che vengono incassate. Perché poi una percentuale di quello che si guadagna rimane alla piattaforma, Indiegogo o Musicraiser che sia. Questo è da tenere bene in mente.

Considerando che i finanziatori su Musicraiser sono stati una settantina, e su Indiegogo una cinquantina (130 circa in totale, non un numero enorme), probabilmente avrei ottenuto lo stesso risultato facendo e gestendo la campagna da solo sul mio sito, mettendo un bel pulsante Paypal “fai una donazione a questo progetto / pre-acquista il cd”, realizzando comunque tutte le ricompense che ho poi preparato per questa campagna.

Probabilmente avrei ottenuto lo stesso risultato, forse anche qualcosa in più, se avessi gestito la campagna al di fuori di queste piattaforme di crowdfunding. Perché, in effetti, di tutte le persone che hanno effettuato la donazione, penso che il 99,99%, verificando i nomi, sono persone che già mi conoscevano ed in conclusione non ho attirato ulteriori ascoltatori o fan tramite queste piattaforme. Quindi sono state non un incentivo per vendere più CD o per attirare nuovi ascoltatori, ma forse addirittura un disincentivo perché alcuni dei miei fan non avevano carte di credito o non volevano registrarsi al sito (che è una cosa legittimissima) quindi non hanno finanziato il progetto in quel contesto.

A riprova di questo diverse persone, dopo che è uscito il CD mi hanno detto “come posso acquistarlo?”, perché non lo avevano voluto preordinare in quella maniera, per alcuni evidentemente complicata.

Mi sono posto poi delle domande pratiche, ad esempio, come bisogna comportarsi a livello fiscale? Non è ancora chiaro. Sicuramente se avessi messo il pulsantino Paypal sul mio sito, ci sarebbe stata una diversa organizzazione fiscale su quanto incassato, mentre in questo contesto risultano effettivamente delle donazioni. Sul crowdfunding ancora in Italia la legislazione non è molto restrittiva, è generalmente favorevole, non solo a livello musicale ma anche per le start-up etc. Quindi, l’unico incentivo, forse, è quello fiscale, ma, se sperate di attrarre nuovi fan, per quanto riguarda la mia esperienza, non avviene. Stiamo parlando di un progetto di musica classica, fatto da un compositore singolo che non è né famoso, conosciuto in una limitata nicchia di ascoltatori. Questo, chiaramente, è stato un disincentivo, se l’album fosse stato prodotto da un gruppo di 4 o 5 persone che fa musica indie, che fa molti concerti, con ogni singolo componente che ha un giro di amicizie specifico, il numero di CD venduti e prenotati si sarebbe moltiplicato per 4 o 5. Se io riesco ad attirare 100-150 finanziatori del progetto, magari un gruppo di 5 persone riesce ad attrarne 400, che sono una buona tiratura. Chi fa concerti dal vivo è più facilitato nell’attirare fan, mentre per un compositore che fa musica neo-classica, chiamiamola così, è più complesso sicuramente. C’è meno interesse probabile.

Questo CD è stato pubblicato con una tiratura limitata di 300 copie, mentre il vinile ha una tiratura limitata di 100 copie. Il lavoro è stato enorme, veramente enorme. E non solo preparare e pensare tutte le ricompense ma anche contattare tutta una serie di amici, per pre-avvisarli del progetto, del fatto che avrei lanciato la campagna di crowdfunding, per tastare un po’ l’interesse. Ma anche per chiedere consiglio a questi amici, e dire: “senti, che ne pensi?”.

Quando ancora la campagna non era online, c’era una preview e loro, che ringrazio pubblicamente, mi hanno dato dei consigli dicendo: “guarda qua, scrivi questo, puoi offrire questa ricompensa che penso sia interessante…”. Sono stati tutti carinissimi e gentilissimi, oltretutto veramente utili perché hanno contribuito, oltre alla campagna stessa perché in molti di questi hanno contribuito all’acquisto, al mio gestire la campagna nel migliore dei modi. Ognuno di loro aveva le sue ragioni e hanno funzionato, hanno funzionato molto.

In particolare ringrazio Giovanni Rotondo, un caro amico e un compositore che aveva già fatto una campagna di crowdfunding per un suo progetto molto bello (andate a vedere il suo sito), che mi ha detto: “guarda, io ho avuto queste difficoltà, ha funzionato questa cosa nella mia campagna”.

Se anche voi volete fare una campagna, rivolgetevi a qualcuno che già l’ha fatto prima di voi e vedete quali consigli può darvi perché sono preziosissimi. Perché sì, un conto è dire “sì, ho più o meno idea di come fare”, un conto è mettere le mani in pasta e lavorare alla campagna, che è una cosa ben diversa.

È stata utile anche l’esperienza dell’amica Signe Baumane che è la regista con la quale lavoro ormai da due film, ed entrambi sono stati finanziati in buona parte da delle campagne che sono state fatte sulle piattaforme di crowdfunding.

A livello di promozione ho dovuto poi preparare tutta una serie di post sui social per attirare, far parlare del progetto, spiegare come funzionava, parlare dei brani, per interessare e creare rumore attorno al alla campagna. Insomma, questo preparare contenuti, stare sempre con l’ansia di postare, preparare, programmare. Questi post vanno preparati e pensati anche mesi prima con tutto l’aspetto grafico, i video.

È un lavoro enorme, che prende tempo che ho tolto ad altre cose, alla composizione stessaMi sono dunque chiesto: “tutto questo lavoro fatto per i social, Youtube, Instagram, Facebook etc, è stato ben speso?”. Assolutamente no. Tutto tempo in realtà buttato via, perché poi il 90% delle persone che hanno acquistato il CD o hanno finanziato la campagna, non l’hanno fatto perché hanno letto il post o hanno visto il video, ma l’hanno fatto perché hanno ricevuto la mail dalla mia mailing list.

Ne gestisco due, una in inglese e una in italiano, con amici, conoscenti e parenti che, ricevendo la mail con la spiegazione di cos’era il progetto, hanno deciso di finanziarlo. Quindi la quasi totalità degli utenti che hanno finanziato aveva ricevuto una mail all’inizio della campagna, che è andata molto bene anche perché si è chiusa abbastanza in fretta, visto che queste persone hanno ricevuto la mail nei primissimi giorni con le indicazioni su come poter contribuire.

Da questo punto di vista, tutto il tempo utilizzato (sprecato) sui social è stato davvero inutile, perché una minoranza ha conosciuto il progetto tramite queste piattaforme. Ho attirato veramente poche nuove persone, e non per colpa mia o del progetto in sé, ma proprio perché non funziona quel meccanismo per una campagna del genere.

Io ho 9000 followers su Facebook, penso 800 su Twitter, 2600 su Youtube e non ricordo quanti, forse un migliaio su Instagram: se la metà della metà della metà di queste persone finanzia un progetto con la ricompensa minima (10 euro per l’album in digitale più gli spartiti), la campagna la chiudo immediatamente. Invece no. Gli utenti dei social non hanno sostanzialmente finanziato il progetto. Quindi, da questo punto di vista, tutto quel tempo avrei potuto impiegarlo per dedicarmi ad un altro progetto e i soldi guadagnati con quello avrei potuto reinvestirli per pagarmi in toto il CD senza ricorrere al crowdfunding.

Il crowdfunding dunque funziona? Sì, perché arrivano dei soldi. Ma avrei potuto ottenerli in un’altra maniera, con il mio sito, senza dover dare una percentuale alle piattaforme. Avrei potuto non tormentare (perché poi è anche un tormento ricevere messaggi, post in continuazione. Diventa una cosa noiosa per me che la faccio, ma immaginate per chi la riceve. Un disincentivo, invece di essere una cosa piacevole diventa scocciante) i miei utenti.

 

Il crowdfunding mi ha sempre  affascinato perché mi ricorda la sottoscrizione dell’era classica della musica. Ma se il crowdfunding musicale diventa la versione moderna del “che c‘hai, cento lire?”. Diventa chiedere la carità.

Magari è inutile tutto il crowdfunding, con i social a cui noi diamo veramente troppo peso, sia come utenti fruitori che come creatori di contenuti. Probabilmente avrei venduto la stessa quantità di CD mandando la stessa mail ad amici, parenti e conoscenti, che ringrazio ancora una volta per aver partecipato al progetto.

La cosa che mi ha fatto veramente piacere è che una grandissima fetta del progetto è stato finanziato da colleghi compositori. Questo mi ha reso veramente orgoglioso, perché sono persone che stimo e che in molti casi sono un mio punto di riferimento.

Per i giovani compositori che spesso mi chiedono “ma è utile lavorare gratis per creare una rete di collaborazioni coi registi?”: molti registi con i quali ho lavorato in passato, e ai quali ho fatto anche molti favori, non hanno partecipato per niente alla campagna di crowdfunding. Chiaramente non sono tenuti, non gli è dovuto, ci mancherebbe. Se volete aiutare un regista, fatelo, ma non aspettatevi in questo ambiente mai niente in cambio. Se fate una cosa fatela con gratuità perché pensate sia bello farla e non perché vi aspettate un giorno qualcosa in cambio, perché spesso non verrà.

Poi certo, c’è qualche regista o produttore che ha sostenuto il progetto e che ringrazio, però non è stata la norma. Ho lavorato con molti di essi ma non tutti hanno avuto la sensibilità di dire: “sì, sono curioso di vedere cosa il mio collaboratore realizza con questo progetto”.

Mi ero posto anche il problema pensando “magari il CD non è un medium adeguato ai tempi” in realtà non è così: la maggior parte delle persone ha acquistato quello. Diversi hanno acquistato il vinile, ma pensavo che molti di più avrebbero acquistato la versione in digitale. O meglio era una speranza perché l’album nella versione digitale (mp3) non ha costi (a parte ovviamente quelli di registrazione, mix e mastering). A chi fa la campagna, la ricompensa che consente di guadagnare un pochino in più è il download digitale, perché pur avendo già pagato tutta la registrazione e il mastering, almeno non devi pagare i costi di stampa del CD e di spedizione. Con la versione in digitale tu realizzi un file zip, lo invii via mail e lì è finita.

Quindi, se fate una campagna di crowdfunding, insistete molto affinché finanzino la versione in digitale del vostro lavoro, che è la cosa che vi aiuta sicuramente più di tutte.

 

Conclusione: il crowdfunding funziona ma non troppo. È andata bene ma non benissimo, poteva andare sicuramente meglio. Il CD adesso esiste e, se non avete fatto in tempo a partecipare alla campagna, lo potete acquistare sul sito della Kronosrecords in un’edizione limitata di 300 copie. Se invece volete acquistare il vinile, è disponibile in sole 100 copie e molte delle quali sono già state acquistate durante la campagna. In quel caso potete mandarmi una mail perché li distribuisco direttamente io.

Ci vediamo al prossimo articolo, dove parleremo delle spese per pubblicare un cd come musicista indipendente.

Alla prossima.

K.