di Charles Bernstein, Vicepresidente Society of Composers and Lyricist https://thescl.com/
(“A Film Composer’s Hidden Skill Set” Articolo originariamente comparso in “Score” Magazine dell’SCL, traduzione di Kristian Sensini)
https://www.charlesbernstein.com/
Il compito principale di un compositore cinematografico è chiaro. Basta scrivere della buona musica — trasformare il silenzio vuoto in suoni drammatici che aiutino a raccontare una storia. Ma scrivere buona musica da sola non basta. I compositori devono fare molto di più.
Compore musica per film richiede spesso un insieme aggiuntivo di competenze che hanno poco a che fare con la musica, e molto a che fare con la vita. Imparare l’arte della composizione musicale e delle tecniche di scoring per film può coprire solo una parte del lavoro. Molte competenze sono sottili, personali, non musicali, che possono sembrare estranee al comporre, ma che sono raramente insegnate, raramente scritte nei libri, e non fanno parte del consueto curriculum universitario.
Allora, quali potrebbero essere alcune di queste misteriose “abilità extra-musicali”? Per iniziare, potremmo considerare la “sensibilità”.
Cosa significa davvero essere sensibili? Potrebbe includere nozioni come “essere aperti”, “consapevoli” e “ricettivi”. I compositori di film non hanno bisogno di essere “sintonizzati” su tutto ciò che li circonda. Ma “leggere la stanza” è una parte fondamentale di ciò che rende i compositori efficaci. Capire il contesto è davvero importante. Non cogliere ciò che sta comunicando il regista, o che il film stesso sta chiedendo, può essere un grande ostacolo in questa professione. I registi hanno tutte le loro idiosincrasie musicali, preferenze e aspettative. Potrebbero nemmeno essere consapevoli di questi indizi, che possono essere oscuri o comunicati indirettamente. Così, l’abilità del compositore nel percepire segnali sottili, cambiamenti di tono, direttive implicite o suggerimenti vaghi diventa cruciale. Questo richiede apertura, una prospettiva ricettiva, attenzione a tutte le possibilità, attitudine all’ascolto e sintonizzazione con il flusso di energia nella stanza o su Zoom. L’alternativa è essere “insensibili”, il che difficilmente porta a buoni risultati.
Facciamo un esempio. Un compositore insensibile che dice: “Se non riescono a notare il mio talento, è un problema loro” probabilmente non andrà lontano nel settore. Naturalmente, c’è un rischio nel farsi trascinare troppo: si potrebbe sembrare deboli o troppo arrendevoli. Nel mondo del cinema, è spesso necessario avere la pelle dura (una cosa che si impara con un po’ di pratica).
Ci sono altre qualità altrettanto importanti ma elusive che i compositori possono acquisire col tempo. L’empatia, per esempio. Questa può essere una forma più profonda e raffinata di sensibilità. L’empatia vale la pena di essere coltivata, perché è al centro di molte pratiche cinematografiche, specialmente recitazione, scrittura e regia. L’empatia è definita come l’esperienza dei sentimenti, pensieri e prospettive di un’altra persona. La famosa autrice e psichiatra Judith Orloff ha scritto molto su questo concetto. Orloff identifica persone con una forte capacità empatica come “empatici”. I compositori rientrano spesso in questa descrizione. Per le persone empatiche, è quasi impossibile non assorbire ciò che i personaggi vivono sullo schermo, o ciò che trasmette la musica al pubblico. Più profondamente ancora, i compositori assorbono la tensione emotiva nella stanza stessa. Come Orloff sottolinea, spesso non è facile separarsi da tutto questo. Non è semplice interiorizzare ed esprimere le emozioni profonde altrui. Essere un compositore musicale a volte può sembrare come nuotare nel fuoco emotivo degli altri, e questo può avere un prezzo. È sicuramente vero per i compositori che lavorano su drammi cupi, thriller e film dell’orrore. Il trucco per i compositori può essere quello di interiorizzare completamente le emozioni che si sentono — esprimerle musicalmente — e poi lasciarle andare. Non è un’abilità facile da padroneggiare, ma ne vale la pena.
Per alleggerire il peso e mantenersi sani, potremmo pensare alla composizione come a un duro allenamento in palestra, o a una lunga escursione, o forse anche come a giocare con il cane. (Ci sono compositori amanti dei cani là fuori? 😉 )
Ci sono poi altre abilità non musicali che i compositori sviluppano nel tempo, e che risultano indispensabili al successo. I compositori spesso devono lavorare come parte di un team creativo. In un mondo perfetto, un team cinematografico funzionerebbe come un’orchestra: tutti sulla stessa pagina, efficienti e armoniosi. Questa fantasia potrebbe certamente aiutare non solo il lavoro del compositore, ma anche quello di registi, produttori, sceneggiatori, dirigenti di studio, e così via. Tutti noi siamo esseri umani sensibili, spesso con forti opinioni e desideri. Come anche gli editori, supervisori musicali, dirigenti marketing e PR. Gusti e sensibilità molto diverse. E il compositore può facilmente sentirsi improvvisamente trascinato in un flusso disfunzionale. Tutti noi ci siamo passati: tempo sprecato solo per cercare di capire chi voleva cosa (e chi stava davvero prendendo le decisioni). In tali situazioni, non sorprende che le persone con abilità sociali straordinarie siano quelle che riescono ad avere successo — ed è qui che le competenze non musicali diventano molto utili: quelle di un diplomatico, psicoterapeuta o maestro zen.
In altre parole, le menti più brillanti del settore possono includere anche un chiaroveggente, un mediatore, un consigliere, o un sensitivo ben addestrato. Nessuna di queste abilità si insegna facilmente. È più difficile di quanto sembri gestire le forti personalità che dominano il settore, ma spesso c’è un modo per uscirne. La pazienza e la grazia sono essenziali quanto le abilità di orchestrazione. Una volta acquisite, queste competenze non musicali possono davvero salvare la giornata, e il compositore può trovarsi ad alternare ruoli che non sono nemmeno stati descritti, e che forse non hanno neppure un nome.
Charles Bernstein